Strategia e Tattica non sono la stessa cosa

Strategia e Tattica al Biliardo


Strategia e Tattica vanno a braccetto ma sono due cose ben distinte anche se nello sport spesso è difficile distinguere dove finisce la Strategia e dove inizia la Tattica. A differenza di ambiti molto più articolati e complessi come la guerra o la gestione d'impresa, in un incontro sportivo, soprattutto se agonistico, la Tattica prevale sempre sulla Strategia che ha invece possibilità di respiro limitate per natura stessa del sport.
Per spiegare che cosa è Strategia e che cosa è Tattica nel biliardo, vi faccio raccontare da Luigi Lamparelli di una spettacolare partita a boccette (Luigi Lamparelli, Manuale di Biliardo, 1987, pp. 77-79) in cui un certo Ciccio, giocatore elegante e di esperienza ma poco capace tecnicamente, si scontra con il "beniamino" della sala, un giovane talentuoso e di livello nettamente superiore a tutti gli altri, di cui Lamparelli non rivela il nome ma si limita a dargli l'appellativo di "divo", per testimoniare quanto all'interno del locale fosse apprezzato e stimato.

Preliminari della partita, chi deve acchitare il primo pallino, scelta del colore delle boccette: a Ciccio toccarono le boccette di colore rosso mentre la prima bocciata toccò al "divo" in quanto Ciccio aveva perso l'acchito, com'era nelle previsioni.
A questo punto il "divo" fece un po' di scena: si guardò attorno, pulì accuratamente il pallino con il grembiulino e lo mise in gioco con molto stile; poi prese una boccetta, pulì anche quella con il grembiulino con molta, forse troppa affettazione, si mise in posizione, mirò e... finalmente esegui la bocciata. Bisogna dire che bocciò alla perfezione: abbatté i tre birilli centrali, insomma fece "filotto" e si fermo nel quadrato inferiore del biliardo mentre la sua boccetta rimase nel quadrato superiore, cioè -teoricamente- in condizioni di essere bocciata a sua volta. Ho detto "teoricamente" perché, in effetti, Ciccio sarebbe dovuto andare "all'accosto" sul pallino: a questo punto, invece, cominciò l'avventura. Pareva che Ciccio non vedesse e non sentisse nulla, neanche gli applausi entusiastici che venivano tributati alla perfetta esecuzione da parte del "divo".
Ciccio fissava la boccetta bianca del suo avversario, immobile; alzò l'arcata sopraccigliare sinistra, impassibile: all'improvviso prese una delle sue boccette e la tirò... no, non rende l'idea... la scagliò... neanche... non mi resta che inventare il verbo "missilare"... sì, questo può andare... e la "missilò" contro la boccetta del "divo": la biglia bianca, colpita con violenza inaudita, prima impazzì dal dolore e poi si mise a percorrere il biliardo cinque, sei volte (anche per cercare di smaltire il dolore) facendo volare (letteralmente) i cinque birilli in tutte le direzioni. Lo sguardo di Ciccio era diventato cattivo, addirittura furioso: sul suo volto impassibile soltanto i suoi occhi sprizzavano scintille.
L'arbitro annunciò i punti: otto per il "divo" e dodici per Ciccio, il quale osservava la boccetta bianca dell'avversario che, casualmente, era andata a fermarsi ancora nel quadrato superiore del biliardo, cioè ancora in condizioni di essere ancora bocciata, teoricamente. 
Mentre tutto il pubblico presente pensava: "Un caso", lo sguardo di Ciccio si era fatto addirittura omicida: alzò di nuovo l'arcata sopraccigliare sinistra, prese un'altra boccetta e la "missilò" ancora sulla boccetta del "divo". Questa volta fu una bomba ad effetto dirompente in quanto i birilli schizzarono addirittura fuori dal biliardo: altri dieci punti per Ciccio. Questa seconda "missilata" fu l'inizio della fine per il giovane campione il quale, ad onor del vero, le tentò tutte: gioco nel quadrato inferiore, biglie "nascoste", pause misurate, riflessioni, richiesta di misurazione del punto, ecc., tutto fu inutile.
Ciccio, sempre impassibile, attendeva soltanto che una boccetta dell'avversario si fermasse nel quadrato superiore del biliardo, cioè in condizioni di essere bocciata: dopo di che - puntualmente - la "missilava" e faceva scatenare l'inferno, realizzando sempre punti validi, riducendo come uno straccio il giovane "divo".
Ciccio vinse, stravinse la partita; l'avversario ebbe appena la forza di tendergli la mano in un gesto di lealtà sportiva, gesto che Ciccio corrispose stringendogliela e facendo un leggero inchino.  
Dopo di che si assentò qualche minuto per andare a lavarsi le mani, indossò la giacca, se la abbottonò, si diresse verso di noi e, alzando l'arcata sopraccigliare, commentò calmissimo: "Non avevo altra scelta" e c'era una sfumatura di scusa nelle sue parole: "Mi è andata bene". E fu tutto. 
Questo bel racconto è un esempio perfetto per apprendere la differenza tra Strategia e Tattica. Ciccio, il vincitore, ha adottato una Strategia mentre il "divo" ha solo risposto tatticamente agli attacchi di Ciccio.
La Strategia adottata da Ciccio è una strategia da manuale: Vincenzo Testa ne Il Biliardo, Volume Primo, 1984, p. 160, scrive:
Il giocatore che incontra un avversario di cui riconosce la superiorità dovrà cercare assolutamente di imporre il suo gioco anche con tiri spettacolari e con una conduzione alla "garibaldina".
Ma la Strategia da sola non basta per vincere, sono necessarie anche delle buone scelte tattiche coerenti con la strategia stessa (scelte di tiro) e delle buone realizzazioni. Ciccio evidentemente è stato bravo (e magari anche un po fortunato) in tutti e tre questi aspetti, per vincere la partita contro il "divo".
Il "divo", al contrario, sicuro della sua superiorità, non ha affrontato l'incontro con una precisa strategia e una volta sopraffatto dagli attacchi dell'avversario non ha potuto che rispondere tatticamente, adottando per altro numerose tattiche diverse:
...le tentò tutte: gioco nel quadrato inferiore, biglie "nascoste", pause misurate, riflessioni, richiesta di misurazione del punto, ecc., tutto fu inutile.
In un partita di biliardo la Strategia è il "piano" che un giocatore ha per sconfiggere l'avversario, questo "piano" deve servire ad impostare e coordinare la propria condotta di gioco eseguendo scelte di tiro (ovvero scelte tattiche) coerenti le une con le altre. Notate bene che ho scritto "sconfiggere l'avversario" e non "vincere la partita", sembra poco ma non lo è. Se ci si pone l'obiettivo di vincere la partita, si entra automaticamente in uno schema mentale che ci porta a cercare la gara ai punti mentre se ci si pone l'obiettivo di sconfiggere l'avversario si inizia a ragionare in senso strategico, facendo appello a tutta la nostra conoscenza dell'avversario e dell'ambiente, per provare a sfruttarne i punti deboli.
Se la Strategia è il "piano" la Tattica è la messa in opera di quel piano ovvero l'insieme delle singole azioni che si compiono durante un incontro (scelte di tiro in primis ma anche comportamento e condotta di gioco).
Come abbiamo visto nell'esempio di Ciccio e il "divo" è possibile adottare una Tattica, o più tattiche, senza aver formulato una Strategia e anzi, è ciò che avviene più comunemente. Ma quando un piano strategico è presente, la Tattica deve mettere d'accordo, tiro dopo tiro, la Strategia con la situazione effettiva che ci si trova ad affrontare (condizioni del giocatore, condizioni dell'avversario, condizioni del biliardo, posizione delle biglie, punteggio).

  • La Strategia è la risposta alla domanda: come posso sconfiggere il mio avversario e quindi vincere l'incontro? La Tattica risponde a domande come: qual'è la mossa migliore per mettere in atto la mia strategia? Come posso mettere l'avversario in difficoltà? Come posso ribaltare questa situazione di difficoltà in cui mi trovo?
  • La Strategia mira a raggiungere un obiettivo: vincere l'incontro (efficacia). La Tattica mira ad ottenere il miglior risultato possibile da ogni situazione (efficienza).
  • La Strategia deve essere unica e inflessibile per ogni partita. La Tattica è sempre un insieme fluido di singole manovre che si devono adattare allo svolgimento della partita e alle condizioni dell'avversario.
  • Per poter formulare una Strategia efficace è necessario conoscere a fondo l'avversario. Per adottare una Tattica efficiente è necessario saper leggere l'incontro con lucidità sotto tutti gli aspetti.

Il "divo" non ha dunque sbagliato nel mettere in campo tattiche diverse per contrastare la strategia di Ciccio, semplicemente è mancato di una strategia precostituita che gli permettesse di imporre il suo gioco, dunque non ha potuto far altro che tentare di contenere l'avversario.
Nel biliardo sportivo dove le condizioni di gioco sono controllate e gli avversari hanno un livello tecnico più uniforme rispetto a quello di Ciccio e il "divo" le strategie che i giocatori mettono in atto sono molto più fini di quella adottata da Ciccio e nella maggioranza delle partite non si riescono ad intuire dall'esterno ma i giocatori più bravi ed esperti hanno sempre una Strategia per affrontare un avversario.

Conosci altre storie come quella di Ciccio e il "divo" dove Strategia e Tattica hanno ribaltato le sorti di un incontro? Raccontamele nei commenti o via mail, potrebbero diventare dei prossimi post sul tema.


ecio

2 commenti:

  1. Le diverse strategie sono interessanti. Finora ho prestato attenzione solo all'inizio del gioco per ottenere il più possibile. Ma ho anche comprato solo di recente un tavolo biliardo durante il periodo di covidenza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie! In futuro parlerò ancora di Strategia e Tattica perché sono parti davvero molto importanti del gioco che anche sui manuali di biliardo vengono trattate raramente.
      Buon Biliardo!

      Elimina